albero spagnaLO SPAVENTAPASSERI


Campagna lenta e distratta, c'è uno spaventapasseri nel tuo campo di grano preferito, quello che galleggia sotto la collina. Si vede dalla finestra del podere, io, Michi e la Gioia lo guardiamo scostando le tende in piedi sulla stufa spenta, è alto come un dio e ha il cappello più bello che io abbia mai indossato, di tela rossa. Ogni tanto, quando ancora per poco gli altri dormono, se il vetro non ha la brina mi alzo e lo guardo per primo, lo sgamo una tantum che si sistema dalla notte, si fa il segno della croce, si allaccia l'ultimo bottone. Altre volte è già immobile, ha gli occhi di pezza, una gamba sola di legno di noce piantata come se fosse lì da sempre. Dicono al paese che quella sia la croce del martirio di S. Pietro, girata per il verso e bardata con quella faccia di paglia. Per mio babbo sono tutte cazzate, c'ha ragione. Però quando per passare con la macchina l'anno scorso l'abbiamo cavato e messo via nel granaio a me mi pareva proprio un santo in processione, quei voti di spighe infilati ovunque e l'aureola di sangue. Si mieteva presto, non era ancora S. Bonaventura e già ci bruciavamo sui campi. La sera sull'aia si faceva una tavolata lunga fino al cielo e c'era un bicchiere di vino pure per noi, che poi correvamo nel cortile a giocare con la polvere e lo sputo. Lo spaventapasseri aspettava nel granaio, in silenzio, girato verso la fessura più spessa tra le assi per pensare che vedeva le stelle anche se non era vero. Quest'inverno la neve ha fatto cadere il tetto, sono tornato da scuola e s'era rovinato, il legno aveva patito l'umido, dicevano, e s'era staccata l'asse delle braccia. L'hanno sostituita col manico del badile, ma è più chiara: mi fa arrabbiare che non mi abbiano aspettato, detto niente, sono tornato ed era così, cambiato. Adesso nel campo che galleggia è tornata la primavera. C'è lui e poco altro contro il cielo di lana, sulla collina ogni tanto passa una nuvola. Quanto manca che pure passi la mia vita lo so che lo sa, m'ha detto che me lo dice un giorno. Io spero solo che quando mi chiamerà vicino a sè in mezzo al niente, io spero che non sia già troppo tardi, che io non sia già morto perché, per lui, prima o dopo, non fa diverso.

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